Dedicato alla Prof. Francesca Materzanini
Abile traduttrice e stimata professionista

Utilizzare i traduttori on-line è sempre molto rischioso, soprattutto se non si hanno le basi della lingua straniera; certo sono veloci e anche divertenti, ma si rischiano figuracce e anche conseguenze dannose in primis sotto il profilo economico.

Pensate ad un contratto nel quale avete come controparte un soggetto estero con il quale vi trovate a lavorare in lingua inglese, ma sottovalutate la situazione perché pensate sia facile, perché avete l’idea che “tanto l’inglese lo capiscono tutti…”. Normalmente, in contratto internazionale (e non solo) una delle clausole più ricorrenti riguarda gli accordi di riservatezza, le informazioni confidenziali e l’impegno contrattuale a non divulgare informazioni riservate.

Avete mai provato a scrivere il termine “riservatezza” in un traduttore simultaneo on-line? Io sì! Ne ho utilizzati 3 diversi e questo è stato il risultato:

1) confidentiality o in alternativa privacy

2) discretion, reserve, reservation, reservedness, restraint (addirittura!)

3) confidence, privacy.

E se io non conosco l’inglese come faccio a capire quale parola tradotta in questa lingua è quella più adatta da utilizzare nel mio contesto?

Vi faccio qualche esempio.

Il termine “riservatezza” viene tradotto generalmente con la parola “confidentialitye suoi derivati; – se ci fate caso, quando un’informazione è da ritenersi riservata, sui relativi documenti troverete, ad esempio, la scritta “confidential”;

– un accordo di riservatezza sarà denominato “confidentiality agreement” mentre, al contrario, il contratto con il quale ci si impegna a non divulgare a soggetti terzi informazioni riservate, si chiamerà “non-disclosure agreement”.

Attenzione! Ci sono dei termini che possono sembrare una buona traduzione di compromesso, magari perché vi ricordano la lingua italiana o perché li avete sentiti in un film. Se credete che siano adatti, allora scappate di corsa perché vi trovate di fronte ai c.d. false friends (i falsi amici) ossia a quei termini che hanno una miriade di significati diversi e che devono essere adeguatamente contestualizzati, altrimenti la figuraccia è assicurata.

E’ il caso delle parole “reserve” e “reservation”. Qui ci troviamo di fronte sia ad un verbo che ad un sostantivo ed entrambi hanno, nella stragrande maggioranza dei casi, il significato di prenotazione (!).

Ecco perché è fondamentale rivolgersi a traduttori specializzati e in grado di contestualizzare, all’interno di un testo contrattuale, le vostre idee e le vostre necessità.

Se dobbiamo concludere un contratto importante non possiamo certo rischiare di prenotare un tavolo al ristorante!

Avv. Alessia Pozzati

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